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FLC CGIL COMUNICATO ITS ABRUZZO

GLI ITS SONO RACCORDO TRA SCUOLA, UNIVERSITA’ E MONDO DEL LAVORO.

 NON OCCASIONE PER FINANZIARE I PRIVATI

OCCORRE UNA DISCUSSIONE SERIA SUL RUOLO CHE  HANNO I DUE ITS  DELLA PROVINCIA  DI CHIETI   E SU COME POTENZIARNE LE FUNZIONI

Nei giorni scorsi è stato approvato dalla Camera dei deputati il disegno di legge di iniziativa parlamentare concernente la “Ridefinizione della missione e dell’organizzazione del Sistema di istruzione e formazione tecnica superiore in attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza”. Si tratta di un provvedimento orientato verso una forte privatizzazione di un pezzo del sistema formativo nazionale e conferma la deriva privatistica delle politiche di sviluppo industriale e tecnologico nel nostro paese. Questa strada viene intrapresa con la chiara finalità di utilizzare con pochi o nessun vincolo il miliardo e mezzo di euro previsto dal PNRR.

Ricordiamo che sono 110 gli ITS sul territorio nazionale, correlati a 6 aree tecnologiche:

Efficienza energetica (15); Mobilità sostenibile (20); Nuove tecnologie della vita (8); Nuove tecnologie per il Made in Italy (44);Tecnologie innovative per i beni e le attività culturali – Turismo (13);Tecnologie dell’informazione e della comunicazione (10).

In Abruzzo gli ITS sono cinque:

L’Istituto Tecnico Superiore Sistema Agroalimentare – Teramo

L’Istituto Tecnico Superiore Efficienza Energetica – L’Aquila

L’Istituto Tecnico Superiore Sistema Meccanica – Lanciano

L’Istituto Tecnico Superiore Moda – Pescara 

L’Istituto Tecnico Superiore per la Mobilità Sostenibile – Ortona 

Certo, anche il nostro territorio ha bisogno di un forte sistema di istruzione tecnica superiore, con regia pubblica e nazionale. Ricordiamo che il riordino del 2008 dell’istruzione e formazione tecnica superiore rientrava in progetto di più ampio respiro che prevedeva: grandi progetti di innovazione industriale in ben precise aree tecnologiche considerate strategiche per lo sviluppo dell’Italia; incentivi alle imprese che investivano in tali aree tecnologiche; politiche formative connesse, finalizzate ad assicurare l’offerta di tecnici superiori a livello post-secondario in relazione alle aree tecnologiche; un governo nazionale delle politiche di sviluppo industriale e tecnologico che, riguardo agli ITS, significava avere come soggetto pubblico di riferimento una scuola secondaria di II grado con indirizzi tecnici o professionali; la partecipazione diretta delle Università, degli Enti di Ricerca e delle strutture formative accreditate dalla Regione per l’alta formazione; un forte coinvolgimento delle parti sociali che significava la costruzione di luoghi di confronto vero e la valorizzazione anche nei contratti collettivi nazionali delle figure di tecnico superiore. Manca una discussione seria sul ruolo che gli ITS hanno svolto e potranno svolgere, se potenziati, nel teritorio della provincai di Chieti.

A partire dal sostanziale fallimento di quella politica (deludente realizzazione dei progetti nazionali, incentivi dati a pioggia attraverso lo strumento piuttosto arcaico del clic day, arcaiche politiche industriali e tecnologiche) si è sviluppo il sistema di istruzione e formazione tecnica superiore di questi anni i cui percorsi formativi, al di là delle roboanti dichiarazioni di tanti politici, continuano ad essere residuali. Con una autoreferenzialità delle Regioni nella programmazione; autoreferenzialità delle Fondazioni legate ad imprese importanti e a territori con un sistema produttivo forte; proliferazione di Fondazioni; nessuna definizione dei livelli di qualificazione  del personale impegnato nelle attività degli ITS; nessun contratto di riferimento per chi lavora negli ITS; nessun coinvolgimento  delle organizzazioni sindacali; strapotere delle imprese; forte riduzione del ruolo dell’istituto scolastico di riferimento; forte accentramento dei poteri all’interno della gestione degli ITS con l’istituzione di figure monocratiche quali il direttore/segretario generale.

Purtroppo sono processi che vengono messi a sistema dal DDL approvato dalla Camera. Contro queste scelte la FLC CGIL Chieti esprime il suo dissenso. Torniamo a chiedere l’apertura di un confronto affinché vi sia un cambio di rotta sulla formazione tecnica superiore, da rafforzare nella sua gestione pubblica, strettamente connessa con le politiche di ricerca, sviluppo e di innovazione dei territori. In tale contesto la FLC CGIL Chieti non mancherà di dare il proprio contributo di idee e proposte, per evitare l’assalto alla diligenza del PNRR.

FLC CGIL CHIETI